A pochi giorni dal ritorno da uno dei nuovi punti di incontro per la filiera dell’idrogeno europea, Hydrogen Technology Expo Europe, organizzata la scorsa settimana a Brema, abbiamo deciso di fare il punto sui progetti all’attivo in Italia nel mondo dell’idrogeno. La presenza italiana tra gli espositori era esigua, ma tra i visitatori abbiamo notato un certo fermento e interesse che ci ha dato nuove basi per strutturare l’impegno futuro di Interfluid in questo segmento dell’industria green. Ci siamo quindi chiesti quali sono le Regioni italiane che stanno investendo nella creazione di una filiera dell’idrogeno e come il nostro sistema Paese può farsi trovare pronto.
A settembre 2021 Confindustria ha realizzato il documento “Piano d’azione per l’idrogeno” che analizza le opportunità dell’idrogeno in Italia tenendo conto anche delle strategie messe in atto da Germania, Olanda e Francia e indagando sulle prospettive future.
In questo nostro articolo faremo un excursus dei progetti aperti in Italia che non mira a essere esaustivo ma, al contrario, è aperto a suggerimenti e aggiornamenti. Se avete qualche progetto da aggiungere scriveteci a: marketing@interfluid.net, saremo lieti di aggiornare la lista.
La regione Abruzzo è capofila del progetto LIFE3H, Co-finanziato dal Programma LIFE dell'Unione Europea, della durata di 4 anni e orientato alla mobilità a idrogeno. Life3h è acronimo di "Hydrogen demonstration in city, port and mountain area to develop integrated hydrogen valleys" e si pone l’obiettivo di sviluppare tre Hydrogen Valleys (siti di produzione, stoccaggio e utilizzo di idrogeno integrato). LIFE3H impiegherà l’idrogeno messo a disposizione da Chimica Bussi, ricavato tramite elettrolisi. Il carburante sarà destinato ad autobus dedicati.
Anche l’Alto Adige sta investendo nella produzione di idrogeno come carburante generato da energie rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere una graduale indipendenza energetica.
Il progetto nasce dalla collaborazione con l'Autostrada del Brennero e con il supporto del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. Ricordiamo che proprio in questa regione ha sede uno pionieri nazionali per la ricerca in materia di idrogeno “verde”, l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche Bolzano (IIT).
Il Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università Federico II sta lavorando sul tema idrogeno come energia alternativa insieme ad altri Centri di Ricerca Universitari Italiani (Pisa, L'Aquila, Salerno, Bologna, Messina, Roma) con l'apporto del partner industriale Technip Spa e avvalendosi di una struttura sperimentale messa a disposizione dalla Napoletanagas Spa.
Puntare sull'idrogeno per intervenire drasticamente sull'inquinamento urbano è la prospettiva della ricerca, che mira a utilizzare le conoscenze accumulate dall'Ingegneria Chimica nella produzione di idrogeno da utilizzare nei processi industriali. Il mondo della ricerca accademica e dell’impresa saranno uniti nel trovare nuove soluzioni per ridurre i costi di produzione dell’idrogeno, attualmente non competitivi con le altre fonti.
L’università di Modena e Reggio Emilia e Snam hanno firmato un accordo quadro per dare vita a un Hydrogen Innovation Center, nato con lo scopo di aggregare partner industriali e centri di ricerca universitari per lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche che facciano leva sull'idrogeno per favorire la decarbonizzazione e la transizione energetica in linea con gli obiettivi climatici nazionali ed europei. La partnership mira anche a incentivare il necessario lo scambio tra il mondo della ricerca e l’industria.
L'Hydrogen Innovation Center di Snam porterà avanti le collaborazioni già in essere con centri di ricerca in ambito idrogeno, tra cui quella avviata con ENEA in relazione all’Hydrogen Valley di Casaccia (Roma).
Coinvolge il mondo di università, istituti di ricerca, associazioni e imprese anche il progetto ideato da ENEA per la realizzazione di un incubatore tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno. Ricerca, tecnologie, infrastrutture e servizi innovativi sono alla base del progetto di Enea che presso il Centro Ricerche Casaccia, vicino Roma, vuole realizzare un insieme di infrastrutture hi-tech per la ricerca e la sperimentazione lungo tutta la filiera dell’idrogeno: dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo all’utilizzo come materia prima per la produzione di combustibili puliti e come vettore energetico. Scopo finale è quello di ridimensionare le emissioni di CO2 nell’industria, nella mobilità, nella generazione di energia e nel residenziale.
Parte dall’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto pubblico locale il progetto di FNM, Trenord e Regione Lombardia H2iseO per la sostituzione degli attuali convogli a motore diesel con nuovi treni alimentati a idrogeno a partire dal 2023 per arrivare al completamento della sostituzione dei mezzi a gasolio (treni e bus) entro il 2025. In questa seconda il territorio sarà abilitato allo sviluppo di infrastrutture per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno stesso. Il progetto H2iseO non si limita al territorio locale ma mira a diventare un progetto innovativo a livello mondiale, scalabile e replicabile.
La regione Piemonte è tra le regioni candidate ad ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo italiano.
La Regione Piemonte è tra le poche in Italia ad avere costruito e sostenuto la creazione di una filiera idrogeno a partire dal 2003. Le sue imprese e i centri di ricerca oggi possono fornire le risposte alle necessità tecnologiche dei mercati internazionali. Con più di 3.000 mq di aree dedicate, in Piemonte sono in corso importanti attività di sviluppo di soluzioni e prodotti promossi sia da grandi imprese che dalle PMI in 3 macro aree:
Edison, Snam, Saipem e Alboran Hydrogen sono unite in Puglia nel progetto per una Green Hydrogen Valley per la produzione di idrogeno. Il progetto coinvolge le città di Brindisi, Taranto e Cerignola, nel foggiano, per la realizzazione di tre impianti di produzione di idrogeno verde alimentati da fotovoltaico per produrre fino a 300 milioni di metri cubi di idrogeno all’anno che sarà destinato all’utilizzo da parte delle aziende della zona.
L’esigenza di soluzioni energetiche alternative è emersa anche dallo studio “Energia e competitività in Puglia”, pubblicato da Edison nel gennaio 2021, secondo cui l’industria pugliese assorbe più energia della media e si basa ancora su un notevole ricorso a combustibili solidi.
Un Centro nazionale di alta tecnologia dell’Idrogeno ottenuto da impianti di elettrolisi, alimentati da fonti rinnovabili, è il progetto della regione Sicilia che si pone l’ambizioso obiettivo di diventare il punto di riferimento per l’area del Mediterraneo. Regione, università, aziende leader del settore e anche start up innovative sono coinvolte nel progetto che mira a favorire l’interazione tra domanda e offerta.
Anche il Veneto si è impegnato nella creazione di un hub per l’idrogeno a Venezia che possa essere replicato in altri distretti industriali regionali altamente energivori. Il memorandum di intesa è stato siglato tra Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (AdSP MAS) e Gruppo Sapio con Hydrogen Park. La collaborazione si articola in due progetti: “PORTS8” con l’obiettivo di realizzare un centro di produzione di idrogeno e stazione di rifornimento stradale nell’area portuale di Porto Marghera (Venezia); “SUNSHINH3” che intende sviluppare un sistema di distribuzione innovativo di ammoniaca verde dal quale derivare l’approvvigionamento di idrogeno verde, azzerando le emissioni di anidride carbonica.
La creazione di un distretto dell’idrogeno d’area vasta metropolitana è in linea con il “Manifesto per la sostenibilità” redatto da Confindustria Venezia e che esprime l’impegno di tutto il sistema imprenditoriale verso la sfida posta dalla transizione ecologica in corso: coniugare lo sviluppo industriale con la tutela sociale e ambientale.