Secondo la Strategia Nazionale Idrogeno del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, l'idrogeno è identificato come un vettore energetico cruciale per la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, con particolare attenzione ai settori difficili da decarbonizzare, come l'aviazione.
L'introduzione dell'idrogeno nel settore aeroportuale rappresenta una svolta cruciale per il futuro della mobilità sostenibile poiché, stando alle recenti linee guida di ENAC ed ENEA, l'utilizzo di idrogeno verde non solo contribuirà significativamente alla riduzione delle emissioni (migliorando anche la qualità dell’aria nelle zone circostanti gli aeroporti), ma trasformerà radicalmente anche la logistica e l'operatività degli scali aerei.
Gli aeroporti generano notevoli emissioni di gas serra derivanti dalle attività terrestri, quali movimentazione dei mezzi, climatizzazione e alimentazione di veicoli e apparecchiature di vario tipo. In questo contesto l'idrogeno - e in particolare l’idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili - si pone come alternativa sostenibile ai combustibili fossili e come soluzione chiave per la decarbonizzazione del settore aeroportuale, essendo potenzialmente in grado di azzerare le emissioni di CO₂ legate a queste attività.
Con l'adozione dell'idrogeno, la logistica aeroportuale subirà dunque profonde trasformazioni. I veicoli di supporto a terra (GSE, Ground Support Equipment) per esempio, potrebbero essere convertiti in mezzi alimentati a idrogeno, migliorando così l'efficienza operativa e riducendo sensibilmente le emissioni senza compromettere autonomia e rapidità delle operazioni quotidiane, garantite da stazioni di rifornimento di idrogeno opportunamente posizionate all'interno degli aeroporti. Il successo di questa transizione chiaramente è strettamente collegato a una mappatura dettagliata dei veicoli esistenti e alla valutazione del fabbisogno energetico.
L'implementazione dell'idrogeno negli aeroporti è un progetto altamente sfidante che richiede la realizzazione di infrastrutture dedicate (tra cui impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione) e che di conseguenza deve tener conto di molti elementi chiave: dalla selezione dei siti per queste infrastrutture che deve considerare fattori come la vicinanza a fonti di energia rinnovabile e la disponibilità di spazio, fino alla sicurezza, che in quanto priorità assoluta richiede protocolli rigorosi e formazione specialistica per il personale coinvolto. Si tratta di uno scenario complesso e articolato, in cui sarà fondamentale il contributo di tutte le realtà specializzate e qualificate che operano all’interno della filiera dell'idrogeno.
L'integrazione dell'idrogeno nelle operazioni aeroportuali, per quanto complessa, offre numerosi vantaggi, tra cui spiccano:
A livello internazionale del resto, diversi aeroporti fanno parte di progetti simili che stanno esplorando l'utilizzo dell'idrogeno nel settore:
In Italia, gli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa sono stati selezionati come casi studio nell'ambito del progetto SAVES (Sustainable Aviation Vectors for Energy Transition), promosso da ENAC ed ENEA. Questo progetto ha valutato le condizioni tecniche ed economiche necessarie per l'introduzione dell'idrogeno negli aeroporti italiani, identificando azioni strategiche per garantirne la fattibilità e la sostenibilità nel lungo termine.
Il successo di questa transizione dipenderà dalla collaborazione tra istituzioni, operatori aeroportuali, industria energetica e aziende specializzate nella filiera dell'idrogeno. L'adozione dell'idrogeno non rappresenta solo una scelta ecologica, ma una strategia fondamentale per garantire competitività e sostenibilità a lungo termine nel settore aeroportuale italiano.